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Domani per De Carolis una trasferta insidiosa con in palio l’Europa
Domani sera all’Arena Manchester Giovanni De Carolis, 36 anni, + 28 di cui 13 per ko, – 9, =1, per la prima volta si batterà per il titolo europeo. Suona strano per un’ex campione del mondo, pluricampione italiano, con una sfilza di titoli internazionali e intercontinentali. Impossibile elencarli tutti, anche se ne è stato grande protagonista nel bene e nel male. Stavolta parliamo dell’Europeo dei supermedi, lasciato vacante dal tedesco Stefan Haertel, categoria che in epoca più remota ha avuto come campioni anche i nostri Vincenzo Nardiello e Cristian Sanavia. Gli inglesi hanno dalla loro parte una tradizione di ferro con protagonisti del calibro di Callum Smith, George Groves, James De Gale, Brian McGee, Henry Wharton. Giovanni seguito come un’ombra dai suoi “scopritori” Luigi Ascani e Italo Mattioli, avrà nel suo seguito anche il manager Davide Buccioni. Questo titolo europeo, organizzato dalla Matchroom, ha avuto un iter sofferto tra infortuni e pandemia, ma alla fine insieme alla firma del romano si è unita quella d Lerrone Richards (+ 14, d cui 3 per ko). Parliamo quindi di un pugile imbattuto, di 28 anni, campione del Commonwealth, che si gioca la carta con motivazioni diverse. Ci sono fattori che fanno propendere l’ago della bilancia per il pugile di casa, l’età giovane, una buona tecnica e velocità di gambe con colpi che partono da traiettorie qualche volta imprevedibili. Ma Richards, un mancino che piace al pubblico, una piccola lacuna ce l’ha, difetta di potenza. Una base su cui Ascani e Mattioli hanno senz’altro studiato per sfruttarla. Certo Giovanni deve anche supplire alla rallentata attività, basta pensare che l’ultimo match lo ha disputato circa due anni fa battendo, tra l’altro”, con facilità l’armeno Khoren Gevor, ex campione d’Europa e più volte sfidante mondiale. Si potrebbe sospettare da parte del romano una maggiore “ruggine”. Potremmo dire presunta conoscendo la maniacale “forma” fisica a cui il nostro pugile si sottopone. Certo espugnare il campo avverso non è impresa facile. Ma i colpi di Giovanni, che non sono carezze, potrebbero ammorbidire la volontà e l’entusiasmo dell’inglese. E’ tutto da vedere, perché siamo convinti che Giovanni ce la metterà tutta, anche con rabbia perché sa che il treno non passa due volte. Il tempo stringe, l’Italia della boxe lo segue compatta, con la sicurezza che comunque vadano le cose, forse quello che ha più da perdere è proprio l’inglese.